Mettere in discussione la leadership: Come il Gender Competence Questioning rafforza gli stereotipi di genere
Mettere in discussione la leadership: Come il Gender Competence Questioning rafforza gli stereotipi di genere
In che modo essere spettatore di un atto di discriminazione sottile influisce sulla percezione nel più ampio contesto lavorativo riguardo alla competenza delle donne?
Il nostro studio si è concentrato sulla disuguaglianza di genere che persiste ancora oggi nei ruoli di leadership. Nonostante i notevoli progressi compiuti verso la parità di genere nel mondo del lavoro, la rappresentanza femminile nelle posizioni apicali è rimasta limitata, un fenomeno noto come soffitto di cristallo. Poiché le forme più gravi e riconoscibili di discriminazione sono state in gran parte vietate e mitigate da normative e politiche organizzative interne, la ricerca recente ha suggerito che le forme più sottili — o moderne — di discriminazione possano contribuire al mantenimento del soffitto di cristallo. Numerosi studi hanno già esaminato gli effetti della discriminazione sottile sulle sue vittime, ad esempio, la riduzione dell’autoefficacia professionale. Tuttavia, questo approccio è risultato limitato, poiché considera soltanto le conseguenze individuali e non indaga su come la discriminazione sottile possa influenzare l’intero sistema lavorativo, contribuendo così a perpetuare il soffitto di cristallo. Con il nostro studio, quindi, abbiamo voluto esplorare in che modo assistere, come spettatore, a un episodio di discriminazione sottile sul posto di lavoro possa aver influenzato le percezioni stereotipate sulle donne e sulle loro capacità di leadership.
Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico dell'Università di Trento ed è aperto alla partecipazione dal 28/02/2024.
Il nostro studio si è basato sugli schemi cognitivi e sull’elaborazione delle informazioni. Gli schemi, strutture che guidano la memorizzazione e l’interpretazione dei dati, hanno facilitato l’elaborazione rapida delle informazioni, ma spesso hanno generato giudizi distorti basati su stereotipi. Secondo la Gender Schema Theory, ciascuno possiede uno schema che associa comportamenti e caratteristiche a un genere: le donne sono state percepite come più orientate alla communality (affidabilità, disponibilità) e gli uomini come più orientati all’agency (assertività, dominanza). Questi schemi hanno collegato le donne a ruoli di cura e gli uomini alla leadership. La Leadership Categorization Theory evidenzia che lo schema del “leader ideale” è fortemente associato all’agency e alla mascolinità, rendendo le donne spesso percepite come incongruenti rispetto alla leadership. Gli schemi si sono mantenuti perché le informazioni coerenti con essi venivano elaborate più rapidamente e memorizzate più facilmente. Abbiamo quindi ipotizzato che assistere come spettatori al GCQ, una manifestazione di dominanza maschile sulla competenza femminile, rinforzasse gli schemi di genere e di leadership. Gli spettatori hanno percepito la donna come meno agentica e meno idonea a ruoli di leadership rispetto all’uomo.
Puoi partecipare al progetto se:
Sei attivamente impiegat* (compresi dottorandi)
Sei un maggiorenne
Lavori almeno 25 ore/settimana (ore reali/effettive)
Hai una buona conoscenza della lingua italiana
Hai accesso a un computer o a uno smartphone
La partecipazione a questo studio prevede la compilazione di un questionario online della durata di 20 minuti
Tutti e tre i comportamenti di gender competence questioning hanno aumentato la distanza percepita nell’agency dei dipendenti rispetto alla condizione di controllo, in cui il dipendente maschile era percepito come più agentic. Tuttavia, solo le condizioni di spiegazioni paternalistiche e di non riconoscimento/appropriazione della voce hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i punteggi di agency dei due dipendenti. Inoltre, tutti e tre i comportamenti di gender competence questioning, rispetto al controllo, hanno aumentato la probabilità di selezionare il dipendente uomo rispetto a quello donna per una promozione a un ruolo di leadership, con l’effetto significativamente più marcato nella condizione di non riconoscimento/appropriazione della voce rispetto alle altre due condizioni sperimentali.